Arte


L'idea di bellezza è presente nell'arte già dall'età antica, con le veneri paleolitiche dalle curve marcate poiché simbolo di fertilità.

Nell'antica Grecia la bellezza viene intesa come ARMONIA delle forme, simbolo di equilibrio psicofisico del soggetto rappresentato, che si materializza nelle forme mediante l'uso dei canoni, espressione di PERFEZIONE del corpo. Questo equilibrio è simbolo della bellezza "apollinea" e di equilibrio tra le parti.
Nel medioevo, con l'avvento del cristianesimo, l'arte assume carattere comunicativo perciò si carica di significati allegorici ed emozioni. Difatti attraverso l'arte si toccano i temi presenti nelle sacre scritture i quali richiedono la rappresentazione del brutto che nella rappresentazione artistica trova una sua giustificazione.
Nel basso Medioevo con la laicizzazione della società nasce un nuovo concetto di bellezza legata alla figura della donna, la quale diventa quasi un essere angelico, sovrannaturale ma che risulta in ultima analisi l'interiorità del poeta e non un essere verosimile.
Nel Rinascimento si ha una ripresa dei modelli classici, tuttavia rimane una contraddizione, se da un lato il concetto di bellezza classica rimane invariato dall'altro vi si associa un concetto di deformazione.
Questa seconda tendenza trova espressione nel periodo Manierista, a causa della rivoluzione copernicana, si ha uno svuotamento della bellezza classica dal suo originario significato per dare spazio ad un maggior slancio verso l'onirico e l'irrazionale, che prepara la strada all'arte barocca.
Nel '600, con l'interiorizzazione dell'eliocentrismo la bellezza diventa soggettiva e la si ritrova nell'eccesso, nella stravaganza staccata dall'idea di bene e male.
Nel secolo dei lumi la concezione di bellezza conosce una vera e propria rivoluzione copernicana operata da Kant che l'esperienza estetica al PIACERE disinteressato e teorizza il concetto di sublime che associa per la prima volta a bellezza con l'informe e l'illimitato.
Nel secolo successivo, come risposta all'industrializzazione, nasce il decadentismo affiancato a simbolismo. Adesso la bellezza e l'arte divengono una cosa sola, a tal punto che l'arte è l'unica portatrice di bellezza e verità attraverso l'interiorità dell'artista il quale va ad indagare sui significati nascosti delle cose.
Questa concezione fa prevalere l'arte artificiale originaria nell'arte Nouveau nella quale la bellezza estetica viene soppiantata da una più funzionale e aperta alle esigenze del gusto comune.
Con l'invenzione della macchina a vapore si afferma definitivamente un entusiasmo estetico per la macchina, anche da parte dei poeti: basti come documento l'Inno a Satana di  Carducci, in cui la locomotiva, mostro "bello e terribile", diventa simbolo del trionfo della ragione contro l'oscurantismo del passato.
All'inizio del XX secolo i tempi sono maturi per l'esaltazione futurista della velocità, e Marinetti arriverà ad affermare, dopo aver invitato ad uccidere il chiaro di luna come inutile ciarpame poetico, che una macchina da corsa è più bella della Vittoria di Samotracia, che è la stessa concezione di bellezza nell'INGEGNERIA

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