Bellezza: questione di evoluzione?


“La bellezza non è bizzarra. La bellezza ha un significato. La bellezza è funzionale”, afferma Don Symons, antropologo dell’Università di Santa Barbara, California. La bellezza, prosegue la sua argomentazione, non risiede tanto nello sguardo quanto piuttosto nel circuito cerebrale dell’osservatore. Negli studi di psicologi come Victor Johnson della New Mexico State University o David Perrett dell’Università St. Andrews in Scozia, gli uomini dimostrano costantemente di preferire le donne con occhi più grandi, labbra più carnose, e naso e mento piccoli. Gli studi dello piscologo Devendra Singh dell’Università del Texas mostrano una preferenza per il corpo a forma di classica clessidra con vita e fianchi che stanno in rapporto di sette a dieci fra loro. 
“Che gli uomini preferiscano donne con la pelle levigata, gli occhi grandi, il corpo pieno di curve e le labbra carnose è tutto tranne che casuale”, insiste Symons. Tutti questi tratti sono indicatori affidabili di giovinezza, buona salute e fertilità. Prendete le labbra, che, gonfiate dagli estrogeni, raggiungono la loro massima carnosità dai 14 ai 16 anni quando le donne entrano in età fertile. Con la menopausa e la perdita di fertilità, le labbra perdono la loro pienezza. Analogamente, lesioni o irritazioni della pelle segnalano la presenza di malattie infettive o di parassiti. È chiaro: una pelle liscia esprime giovinezza e buona salute. 
Nello scenario immaginato da Symons e da altri scienziati evolutivi, la mente, a livello inconscio, comunica agli uomini che labbra carnose e pelle liscia equivalgono a salute, fertilità, e buone condizioni genetiche. È un istinto affinatosi in oltre un centinaio di migliaia di anni di selezione, ritiene Symons. Siccome siamo marcati dalla nostra storia evolutiva, l’istinto persiste.

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